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LE MISURE

 

Nell’ambito delle misure, la Sicurezza ed Ambiente S.r.l. articola la propria attività di consulenza nei seguenti servizi:

IL RUMORE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Gli ultimi aggiornamenti al D.Lgs. 81/2008 anno recentemente modificato il regime di valutazione del rumore negli ambienti di lavoro, abbassando i precedenti livelli disposti dall’ormai superato D.Lgs.277/91.

 

Al termine “rumore” viene associato correntemente il significato di “suono sgradevole o non desiderato”; questa interpretazione implica un giudizio soggettivo sul suono, il che a sua volta comporta l’esistenza di un rapporto di azione e reazione fra un ambiente sonoro e l’uomo.

 

La distinzione fra “suono” e “rumore” appena accennata, esclusivamente soggettiva, non trova riscontro in acustica; in realtà, i suoni o rumori possono essere definiti come “perturbazioni prodotte da vibrazioni di corpi (sorgenti sonore) che si propagano attraverso un mezzo elastico di propagazione con la velocità caratteristica del mezzo stesso e che possono essere rilevati da un opportuno ricevitore”.

 

Nello studio dei suoni e dei rumori ai fini dell’Igiene del Lavoro, il mezzo di propagazione normalmente considerato è l’aria ed il ricevitore è l’orecchio umano.

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Nell’ambito della valutazione dei rischi il Datore di Lavoro deve valutare il rumore durante il lavoro prendendo in considerazione in particolare:

  • il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, ivi inclusa ogni esposizione a rumore impulsivo;

  • i valori limite di esposizione e i valori di azione;

  • tutti gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore;

  • per quanto possibile a livello tecnico, tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori derivanti da interazioni fra rumore e sostanze ototossiche connesse con l’attività svolta e fra rumore e vibrazioni;

  • tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori risultanti da interazioni fra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni;

  • le informazioni sull’emissione di rumore fornite dai costruttori dell’attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia;

  • l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre l’emissione di rumore;

  • il prolungamento del periodo di esposizione al rumore oltre l’orario di lavoro normale, in locali di cui è responsabile;

  • le informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria, comprese, per quanto possibile, quelle reperibili nella letteratura scientifica;

  • la disponibilità di dispositivi di protezione dell’udito con adeguate caratteristiche di attenuazione.

 

Se, a seguito della valutazione di cui sopra, può fondatamente ritenersi che i valori inferiori di azione possono essere superati, il Datore di Lavoro misura i livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti, i cui risultati sono riportati nel documento di valutazione.

 

La valutazione e la misurazione, in caso di possibile superamento dei valori limite di azione, sono programmante ed effettuate con cadenza almeno quadriennale, da personale adeguatamente qualificato nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione. In ogni caso il Datore di Lavoro aggiorna la valutazione dei rischi in occasione di notevoli mutamenti che potrebbero averla resa superata o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne mostrino la necessità.

 

Nel caso in cui la sorveglianza sanitaria riveli, in un lavoratore, l’esistenza di anomalie imputabili ad esposizione a rumore, il Medico Competente ne informa il Datore di Lavoro ed il Lavoratore, e in questi casi il Datore di Lavoro:

  • riesamina la valutazione del rischio effettuata;

  • riesamina le misure volte a eliminare o ridurre i rischi;

  • tiene conto del parere del Medico Competente nell’attuazione delle misure necessarie per eliminare o ridurre il rischio;

  • adotta le misure affinché sia riesaminato lo stato di salute di tutti gli altri lavoratori che hanno subito un’esposizione analoga.

L'INQUINAMENTO ACUSTICO AMBIENTALE

La Legge 26 ottobre 1995 n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico” e dai decreti attuativi ad essa collegati impone la Valutazione dei livelli di immissione in ambiente esterno ed abitativo, alle Valutazioni d’Impatto Acustico o Previsionali di Clima Acustico, sino alla realizzazione di interventi di bonifica acustica ambientale. Essa è rivolta alle aziende private (imprese, società, cooperative, ecc), per i committenti (proprietari di immobili, amministratori di condomini, presidenti di società, ecc. ) per gli enti pubblici e le pubbliche amministrazioni le quali si trova ad over affrontare l’insidiosa problematica dell’immissione negli ambienti esterni di rumore oltre i limiti consentiti.

 

Inquinamento acustico

introduzione di rumore tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi;

 

Sorgenti sonore fisse

gli impianti tecnici e le installazioni il cui uso produca emissioni sonore; le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, marittime, industriali, artigianali, commerciali e agricole; i parcheggi; le aree adibite a stabilimenti di movimentazione merci; i depositi dei mezzi di trasporto di persone e merci; le aree adibite ad attività sportive e ricreative;

 

Sorgenti sonore mobili

tutte le sorgenti sonore non comprese nella definizione di sorgente sonora fissa;

 

Valori limite di revisione

il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa;

 

Valore limite di immissione

il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore misurato in prossimità dei ricettori;

 

Valori di attenzione

il valore di immissione che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l’ambiente;

 

Valori di qualità

i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.Le principali caratteristiche di un suono sono le seguenti:

Frequenza (f): numero di cicli completi nell’unità di tempo

Periodo (T): intervallo di tempo necessario per completare un ciclo T=f-1

Lunghezza d'onda (λ): spazio percorso dall’onda in un periodo

Ampiezza d'onda (A): parametro indicativo del livello sonoro

Velocità di propagazione: nell’aria in condizioni standard di temperatura, umidità e pressione è pari a 344 m/s (1.238 Km/h)

MICROCLIMA

L’insieme degli aspetti fisici che caratterizzano l’aria degli ambienti confinati viene definito microclima, così come le caratteristiche fisiche dell’aria atmosferica concorrono a determinare il clima di un luogo aperto.

 

Per ambienti confinati si intendono tutte quelle infrastrutture più o meno separate dall’ambiente esterno nelle quali, proprio per questa separazione, l’aria assume delle caratteristiche diverse da quelle climatiche della località in cui ci si trova.

 

Sono inoltre considerati, sotto il termine microclima, anche gli aspetti relativi all’inquinamento negli spazi confinati. Tale incorporazione è in effetti una forzatura, ma in considerando che la maggior parte della popolazione urbana trascorre il tra il 75 e l’80% del tempo all’interno di edifici chiusi, è facilmente intuibile quale importanza rivesta la qualità del microclima degli spazi interni per il benessere dell’uomo.

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L’organismo umano deve mantenere sempre una costanza termica; variazioni della temperatura oltre i normali limiti determinano sofferenze delle principali funzioni fisiologiche con ripercussioni più o meno gravi sulle capacità lavorative.

 

In tutte le attività dell’uomo, dal completo riposo alla massima attività fisica possibile, si ha sempre una produzione di calore. Inoltre, il corpo umano, deve difendersi dal calore assunto dall’ambiente, ovvero dall’aria circostante per meccanismi di conduzione e convezione, oppure per radiazione da oggetti con temperatura superiore alla propria (masse più calde, sole, suolo riscaldato, ecc.). E’ chiaro quindi che la temperatura dell’aria e la presenza di masse radianti rivestono grande importanza nella valutazione del microclima.

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In caso di esposizione al caldo, oltre i 25º di temperatura ambientale i meccanismi di termodispersione diventano sempre meno efficienti e, oltre i 35º, l’organismo tende ad assumere calore dall’ambiente. In queste condizioni, o quando si ha un aumento di produzione di calore come nel caso di intensa attività fisica, entra in gioco la sudorazione. E’ questo il metodo di dispersione termica più potente.

 

In caso invece di esposizione al freddo, l’organismo attua dei meccanismi antagonisti con lo scopo di incrementare la produzione di calore mediante un aumento delle attività metaboliche di molti tessuti, in particolar modo dei muscoli; da qui la “pelle d’oca” e i brividi. Si determina infine una vasocostrizione periferica che, riducendo l’apporto di sangue e quindi di calore alla superficie corporea, riduce le perdite di calore.

 

In sintesi il bilancio termico può essere espresso con la seguente equazione:

 

B = M ± C ± R − E

Dove:

B è il bilancio termico

M è il calore metabolico prodotto dall'organismo

C è il calore scambiato per convezione

R è il calore scambiato per irraggiamento

E è il calore scambiato per evaporazione

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